Maxime Lacost nasce dal desiderio di riscoprire e ricomporre frammenti del passato attraverso uno sguardo contemporaneo. Il progetto esplora il dialogo tra arte classica e cultura moderna, traducendo l’eredità estetica in nuove forme visive dove bellezza e ironia convivono.

Una visione collettiva ideata da Marco D’Andolfi, fotografo e visual designer e Christian Abalsamo. Insieme danno vita a Maxime Lacost, presenza immaginaria ma autentica, che incarna un’estetica condivisa e in continua evoluzione.

Il risultato è un corpus di opere che si muove sul sottile confine tra devozione e sovversione. Attraverso la fusione di soggetti storici e codici contemporanei, Maxime Lacost indaga la nostra memoria visiva e l’ossessione per le immagini che definisce la cultura di oggi.

Ogni tela è al tempo stesso specchio e superficie, uno spazio in cui il passato non viene riprodotto ma reinterpretato, dove le forme senza tempo incontrano il desiderio effimero del presente.

Queste opere inseguono la tensione tra devozione e ironia dove uno sguardo rinascimentale incontra il culto della celebrità, dove il silenzio trattiene l’eco della moda e delle sue infinite reinvenzioni. Non una parodia, non un omaggio, ma un istante sospeso: un gioco tra bellezza e ossessione, luce e ombra, l’eterno e il fugace.